Chiusi della Verna (AR) 5 luglio 2025

L’obiettivo è quello di arrivare a promuovere un prodotto turistico complessivo delle aree interne appenniniche della Toscana, ma per arrivare a questo in Toscana, come in buona parte delle altre aree dell’Appennino italiano, occorre lottare contro lo spopolamento del territorio. Se ne è discusso a Chiusi della Verna (AR) del Forum regionale sullo Sviluppo sostenibile dell’Appennino promosso nell’ambito di ABT Festival, il festival nazionale in 14 tappe dalla Liguria alla Sicilia (dove terminerà il prossimo 20 luglio) finalizzato a promuovere la ciclovia appenninica Appennino Bike Tour, e attraverso la bicicletta, il turismo sostenibile e l’economia dell’area del Casentino.
“La regione Toscana ha il proprio territorio composto per il 70% da aree interne collinari e montane- spiega Vincenzo Ceccarelli consigliere regionale della Toscana – Sono una dimensione che ha grandi potenzialità dal punto di vista dell’ambiente, dal punto di vista della possibilità di dare una opportunità di vita a chi ci abita, ma anche a chi poi va per i cosiddetti servizi di carattere eco ambientali. Queste dimensioni hanno bisogno di non spopolarsi ulteriormente – aggiunge – noi come regione Toscana in questa legislatura abbiamo promosso delle politiche continuative, strutturali, abbiamo costituito una commissione speciale che si è occupata delle aree interne. Abbiamo dato un parere e un obiettivo vincolante alla giunta perché il 30% di tutti i finanziamenti europei siano spesi in progetti rivolti a pubblici e privati nelle aree interne e abbiamo approvato una legge che si chiama “custode della montagna” per favorire la nascita alla riqualificazione di piccole attività di qualsiasi natura, da quella commerciale e quella agricola e sopra i Cinquecento metri. Abbiamo approvato una legge che ha per titolo, la Toscana diffusa, quindi intesa a valorizzare tutta quella Toscana che fa parte dei borghi, delle frazioni e poi tutta una serie di attenzioni. Che, ripeto, non devono vedere atteggiamenti caritatevoli nei confronti di un territorio e di comunità che magari sono in difficoltà, ma che vanno invece aiutate ad esprimere tutte le loro potenzialità. Ce ne sono molte – conclude Ceccherelli – il covid tra l’altro ci ha mostrato come anche attraverso lo smart working, si può pensare da una nuova residenzialità e anche ad un lavoro che si può fare lontano dai centri urbani”
Ad ospitare l’evento, Chiusi della Verna, località Corsalone, comune conosciuto in tutto il mondo per il famoso santuario dove San Francesco ricevette le stimmate. Oggi il comune toscano, forte di questa storia, delle bellezze naturali del territorio del Casentino e di tutte le eccellenze della zona, punta ad entrare anche a far parte dei Borghi più belli d’Italia. Il sindaco Giampaolo Tellini ha partecipato al Forum, annunciando la candidatura di Chiusi della Verna al circuito dei Borghi più belli d’Italia. «Chiusi della Verna ha tutte le carte in regola per entrare in questo prestigioso elenco – spiega il primo cittadino – le bellezze naturali e culturali non mancano, così come le opportunità. Tuttavia, anche il nostro territorio soffre del problema dello spopolamento, una difficoltà comune a molte aree interne. La nostra ambizione è entrare a far parte dei Borghi più belli d’Italia, e ci auguriamo di riuscirci. Abbiamo tutte le qualità per farne parte. Siamo già in dialogo con l’associazione e voglio ringraziarla pubblicamente: quando abbiamo vinto il bando da due milioni di euro, è stato anche grazie al sostegno e al lavoro condiviso con il presidente del circuito.»

La parola d’ordine, spiega il sindaco Tellini, è trattenere le persone a vivere sul territorio. «Ho la sensazione che qualcosa stia cambiando: alcune persone iniziano a pensare di tornare in queste zone, e chi già ci vive comincia a considerare l’idea di restare – sottolinea Tellini –. Oggi, grazie a internet, si possono fare molte cose anche senza spostarsi da casa, e questo può rappresentare un’opportunità concreta, soprattutto per i giovani.»
Il forum di Chiusi della Verna è stata anche l’occasione per conoscere ed apprezzare il lavoro dei GAL (Gruppi azione locale, ndr) sul territorio, organizzazioni che si occupano di distribuire fondi europei per lo sviluppo sostenibile del territorio.
Il GAL Appennino Aretino è un gruppo di azione locale, composto da soggetti pubblici e privati. Gestiamo le risorse del FEASR – i fondi europei per l’agricoltura – che ci vengono assegnati dalla Regione sulla base di una programmazione condivisa», spiega Sandro Sassoli del GAL Appennino Aretino. «Il Casentino fa parte di un sistema che coinvolge tutta la provincia di Arezzo. In questa zona puntiamo soprattutto alla valorizzazione dei nostri borghi, in particolare quelli dell’Appennino, sia nell’area della Verna che in quella del Pratomagno. L’obiettivo è renderli più visibili e attrattivi, non solo per chi ci abita ma anche per chi li visita durante le vacanze o di passaggio. Inoltre, lavoriamo per sostenere il commercio locale, soprattutto nei piccoli centri, affinché rimanga un punto di riferimento insieme alle realtà artigiane, turistiche e agricole.»
«Abbiamo maturato esperienza sia sul fronte della mobilità in bicicletta sia sul cammino a piedi. Nella scorsa programmazione abbiamo finanziato tutti i comuni della zona per realizzare strutture nei punti strategici – in particolare all’interno del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, molto frequentato da chi usa e-bike – che permettano ai visitatori di fermarsi, mangiare e ricaricare la bici elettrica prima di ripartire. Centri di questo tipo si trovano, ad esempio, a Vatti e a Battaglia.»
A Chiusi della Verna è arrivato anche Massimiliano Falleri, Unpli nazionale, a portare la collaborazione di tutte le pro loco italiane allo sviluppo della ciclovia di Appennino Bike Tour.

«Le Pro Loco italiane possono offrire un contributo importante a questo progetto – spiega Falleri –. Siamo partner da alcuni anni e possiamo essere attivi non solo durante l’evento, ma anche nel resto dell’anno. Le Pro Loco sono veri e propri presìdi sul territorio: facciamo promozione, costruiamo reti a livello nazionale e sosteniamo il turismo locale. In Italia ci sono quasi 6.500 Pro Loco, con oltre un milione di soci e circa 900 mila volontari attivi. Ogni giorno lavoriamo per valorizzare le aree interne, il turismo di prossimità e le destinazioni meno conosciute, che rappresentano una grande risorsa per il Paese.»