MONTAGNA: IN MOLISE NASCE IL BORGO DIFFUSO CONTRO LO SPOPOLAMENTO

Sesto Campano (IS), 14 luglio 2025

Far rinascere i borghi per combattere lo spopolamento: succede in Molise, a Sesto Campano, dove sta tornando a nuova vita l’antico borgo di Roccapipirozzi, unica frazione del piccolo comune in provincia di Isernia. Il progetto “Dove i sogni diventano realtà”, portato avanti da imprenditori illuminati legati al territorio, è stato presentato al Forum regionale per lo sviluppo sostenibile dell’Appennino promosso nell’ambito della tappa molisana di ABT Festival, unica tappa del festival nazionale che ha visitato 14 comuni di altrettante regioni per parlare di turismo sostenibile e cicloturismo, che ha scelto questa località all’estremità sudoccidentale del Molise – sede di una fortezza dalle antiche origini medioevali – per parlare di un territorio che offre ancora molto da scoprire. Il forum, le cui istanze saranno portate al forum nazionale in Parlamento a Roma il prossimo 21 novembre, assieme a quelle delle altre regioni visitate dal festival – è stato ospitato dal Villaggio Rurale le Sette Querce della famiglia di imprenditori Peluso, gli stessi che si stanno occupando della ristrutturazione dell’antico borgo in decadenza di Roccapipirozzi, e che hanno in progetto anche una sinovia per collegare le due strutture destinate ad offrire un’accoglienza genuina, quella che già si respira alle Sette Querce.

“Roccapipirozzi era un borgo bellissimo intorno dall’anno mille, purtroppo con il tempo ha cominciato ad essere spopolato, nel periodo di massimo splendore c’erano più di mille persone e adesso ce ne sono circa una cinquantina, stava cominciando ad essere abbandonato e stava per scomparire – racconta Marco Peluso, che con il padre Rocco ( e sotto lo sguardo vigile dell’architetto Francesco Dituri) sta portando avanti il progetto di recupero – Noi essendo del posto siamo innamorati di questo luogo e abbiamo pensato che sarebbe stato un peccato vederlo in rovina, perché questi sono i posti dove c’è la vera anima della nostra cultura da dove tutto è cominciato, dove ci sono le tradizioni più antiche che non possono andare perse, perdute, ma devono essere conservate e tramandate, quindi abbiamo fatto tutto questo lavoro non tanto per soldi, ma per amore del territorio. Abbiamo rilevato una parte importante del borgo antico e la stiamo convertendo in un grande albergo diffuso, che comprende anche attività commerciali: stiamo pensando anche di aprire delle botteghe, dei negozi e ristoranti, pizzerie, ma proprio per far riattivare il tessuto economico del posto. Perché la parte complicata non è far tornare le persone, la parte complicata e farle restare, dobbiamo dare loro un motivo affinché rimangano” .

Marco Peluso, Imprenditore

Quindi serve una casa, un lavoro, ricreare un tessuto economico che è andato perduto col tempo.

“Si esatto, cercare di fare ripartire un paese che stava morendo, questo è il nostro obiettivo – aggiunge Marco Peluso – puntando anche su un turismo straniero. Sono orgoglioso di fare parte della CGIE, che è l’organizzazione più grande a livello mondiale per quanto riguarda i cittadini italiani all’estero, abbiamo ora circa sei milioni e mezzo di italiani iscritti all’AIRE e quindi cittadini italiani con passaporto italiano, ma se consideriamo anche i discendenti di seconda o terza generazione, arriviamo a una cifra compresa tra i 70 e 80 milioni di persone, cifre che possono essere importanti anche per la nostra economia e che spesso vengono sottovalutate. Io viaggio molto per cercare di far conoscere il nostro territorio, mi è capitato di andare in Argentina, negli Stati Uniti, in Canada: abbiamo ritrovato tutte queste persone di seconda o terza generazione che hanno voglia di scoprire la loro italianità, non vogliono tornare in Italia per vedere grandi città come Roma, Napoli, Milano, ma vogliono andare nei paesi da dove provengono i loro nonni, i loro bisnonni che sono questi piccoli Borghi dove si viveva un tempo. Quindi – conclude Marco Peluso – dobbiamo cercare di attingere da questa risorsa che è preziosa e sarà preziosa per il nostro territorio, se riusciremo a sfruttarla”.

“Roccapipirozzi era un borgo completamente abbandonato se ne sono andati tutti quanti – spiega Rocco Peluso – Oggi l’abbiamo comperato, lo stiamo ristrutturato da 5 anni, ce ne vorrà ancora di tempo per metterlo in funzione, l’idea finale è quella di collegare il borgo e il villaggio rurale Le Sette Querce con un asinovia, attraverso la via vecchia mulattiera. Noi all’interno del villaggio abbiamo 34 asini”, conclude Peluso, lasciando intendere che l’animale, che è l’anima del territorio (“era il trattore di queste zone”), sarà anche il trait d’union per il futuro.

Al forum di ABT Festival ha partecipato anche l’assessore regionale al bilancio Gianluca Cefaratti che nel suo intervento ha portato l’attenzione sul fatto che bisogna sì migliorare l’accoglienza turistica in queste zone, però occorre anche un cambio di mentalità per far capire che è bello tornare anche a vivere in questi posti. “Assolutamente sì – commenta Cefaratti – abbiamo bisogno di visibilità e sicuramente Appennino Bike Tour può essere utile a questi territori, però dobbiamo in qualche maniera cambiare un po’ il paradigma, noi abbiamo bisogno di ospiti, abbiamo bisogno di gente che viene da fuori, ma magari dobbiamo anche auspicare che questa gente possa avere una prospettiva di vita differente, non solo essere ospite di questo territorio in determinati periodi dell’anno, ma magari anche farne un cambio radicale di vita e quindi venire a vivere in questi territori. Oggi , dopo il covid, con lo smart working, si possono coniugare le esigenze del lavoro, ma anche ad una qualità della vita francamente superiore rispetto a quella che le grandi città offrono.” Per lo smart working serve una buona connessione internet, e il Molise si è attrezzato: tanto che i lavoratori da remoto sono in aumento.

Assessore regionale al bilancio Molise, Gianluca Cefaratti

“Sì, in aumento, anche perché fortunatamente abbiamo un progetto che si è sviluppato qualche tempo fa e che è stato concluso, in quasi tutti i territori abbiamo la Fibra che permette praticamente di avere accesso ad internet velocissimo – spiega Cefaratti – E’ stato un progetto lungimirante messo in campo dalla regione Molise qualche tempo fa, per cui abbiamo sicuramente questa agevolazione che in territori un po’ distanti dai grandi perimetri urbani poteva essere un limite, invece, oggi è diventato in qualche maniera anche una nostra evidente facoltà positiva”

Bene il turismo, ma per salvare le aree interne del Molise dallo spopolamento serve soprattutto un cambio di mentalità.

“Sì, prima di tutto serve incidere sulle nuove generazioni in maniera differente, su quello che deve essere il rapporto con i propri territori, e quindi trasmettere l’amore, la cultura e la conoscenza dei propri luoghi, dando loro il giusto valore che meritano – ha spiegato a margine del forum di ABT Festival Gianfranco Paolucci, ANCI Molise. – Poi, chiaramente, bisogna far sì che chi arriva abbia anche un motivo per restare. C’è bisogno di grossi investimenti, perché vanno realizzate infrastrutture, ma anche sostenuti i servizi nei territori. Senza quei servizi fondamentali, essenziali, quale potrebbe essere il motivo per continuare a vivere in un luogo dove manca tutto?”

Gianfranco Paolucci, ANCI Molise

“È sicuramente un problema della politica – spiega Paolucci – ma è un problema trasversale alla politica: è il frutto di quello che è stato un modello di sviluppo del secondo dopoguerra, che ha puntato a valorizzare le città metropolitane, le grandi città e le aree costiere. Ora c’è bisogno esattamente del contrario. Con la stessa intensità, con la stessa voglia, con la stessa determinazione e con un intervento massiccio di fondi, serve dare la possibilità di sviluppare un’economia reale e concreta, che sia di supporto all’economia nazionale italiana. Le aree interne hanno la forza, la capacità e la struttura per essere soggetti attivi di un nuovo sviluppo del Paese.”

Concetti, questi, condivisi dai sindaci presenti al forum.

“Guardiaregia – spiega il sindaco Fabio Iuliano – è un piccolo borgo del Matese. Siamo oasi WWF da oltre 20 anni e condividiamo oltre 3.000 ettari con il comune di Campochiaro. Però è anche vero che, adesso, ci stanno imponendo dall’alto il Parco Nazionale, e quindi siamo un po’ sul piede di guerra. Anche il WWF non sa se potrà continuare a gestire l’area o meno, quindi c’è un po’ di incertezza. Diciamo che questa cosa non è stata accolta molto bene dalla popolazione, perché hanno inserito anche tutto il centro urbano, fino a valle. Chi conosce il territorio sa che noi siamo su una vetta che arriva quasi a 2.000 metri – 1.800 o 1.900 – partendo da 500 metri. Quindi, da quota 500 in su, praticamente tutto il territorio, circa il 94%, rientrerebbe nel parco, con tutti i vincoli che ne conseguono. L’amministrazione, non solo la mia ma anche quella di Campochiaro e di altri comuni limitrofi, considera questa scelta penalizzante per il nostro territorio.”

Fabio Iuliano, Sindaco di Guardiaregia

Presente al Forum anche Maria Antenucci, sindaco di Pesche in provincia di Isernia, realtà urbana solo relativamente più grande.

“È uno dei paesi, dei borghi delle aree interne, con circa 1.500 abitanti, quindi abbastanza grande rispetto ad altri, la maggior parte dei quali conta meno di 1.000 abitanti – spiega la sindaca, illustrando opportunità e problematiche del suo comune –. I problemi, come per tutti i borghi, sono legati allo spopolamento, e in particolare al dissesto idrogeologico che interessa la parte alta del paese, oltre alla necessità di manutenzione e rifacimento delle strade comunali poderali che costituiscono vie di accesso al paese stesso.

Maria Antenucci, sindaco di Pesche

Le opportunità di Pesche, invece, sono legate al fatto che qui si trova una delle tre sedi dell’Università degli Studi del Molise: ospitiamo i corsi di laurea in Biologia e in Informatica, e questo porta un flusso di studenti non solo dal Molise, ma anche da altre regioni. Un’altra opportunità è la vicinanza al capoluogo: Pesche dista solo cinque minuti da Isernia, il che rende gli spostamenti rapidi verso la città, che offre servizi non presenti nel nostro comune.”

Rivivi la giornata di ABT Festival a Sesto Campano!

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