FORTUNAGO (OLTREPO’ PAVESE) INVESTIRE IN CULTURA PER RILANCIO ECONOMIA

Fortunago (PV), 22 giugno 2025

Investire in bellezza e cultura per investire nell’economia del territorio: è il messaggio che esce dal Forum in Lombardia per lo sviluppo sostenibile dell’Appennino che si è svolto a Fortunago, ridente località dell’Oltrepò Pavese inserita tra i Borghi più belli d’Italia; forum momento di confronto tra istituzioni locali, imprese e associazioni sul territorio, promosso nell’ambito di ABT Festival, festival nazionale in 14 tappe dalla Liguria alla Sicilia sullo sviluppo dell’Appennino e la promozione del turiamo sostenibile, nato per promuovere Appennino Bike Tour, la ciclovia dell’Appennino pensata per unire idealmente l’Italia in un viaggio alla scoperta di territori con grandi potenzialità ma ancora poco conosciuti.

“Si, noi da anni abbiamo cercato di recuperare, salvare il salvabile, che è un po’ il primo principio dell’ecologia, e poi abbiamo investito in cultura, non senza un lavoro molto continuo e grazie alla popolazione, grazie a tanti collaboratori che si sono impegnati in questo percorso – spiega il sindaco di Fortunago Pier Achille Lanfranchi

“Credo che investire in cultura, come dice qualcuno, non vuol dire che non significa niente, investire in cultura io credo che significa investire in economia e quindi creare possibilità anche di uno sviluppo, di creare un indotto, soprattutto dal punto di vista turistico, e poi abbiamo investito sulla bellezza dei luoghi. Proprio in questi giorni ho visto una testata internazionale, “The Guardian”, testata inglese anglosassone, che dice Tuscany non è più la Toscana, e indica la Lombardia come meta turistica degli anglosassoni, in quanto hanno scoperto che ci sono delle peculiarità, degli elementi valoriali, di tipicità anche gastronomico. Hanno visitato Varzi che è uno dei borghi più belli d’Italia, dove hanno scoperto il famoso salame di Varzi DOP, poi attraversando queste colline hanno scoperto a Fortunago le terre cotte. Io non avevo capito, poi andando a vedere dall’inglese la traduzione terrecotte, loro intendono i mattoni pieni che abbiamo noi, le antiche pietre che abbiamo recuperato nel centro storico. E quindi c’è questa nuova tendenza nell’immaginario turistico mondiale dell’Italia come paese delle emozioni, dello star bene e del vivere felici, mestieri, piaceri unici e sono elementi che se si perdono, si perdono elementi unici nel nostro Paese. Dunque abbiamo cercato di andare in questa direzione e proprio in questi anni stiamo cogliendo i primi frutti. Un esempio, il nostro teatro che all’inizio sembrava una cosa forse irrealizzabile, è stato un traguardo, una tappa vincente dove oggi arrivano le scuole di danza di tutto il nord Italia, arrivano le scuole anche per i saggi musicali, luogo di teatro, di cultura e anche di occasione di incontro, come questa di Appenino Bike Tour”.

A Fortunago si è discusso di come fare rete per promuovere l’Appenino e tutte le sue tipicità ed eccellenze, alcune ancora poco conosciute: Appennino che in parte si è svuotato di popolazione facendo cadere nell’oblio la sua antica economia e la sua storia. Un fenomeno che colpisce non solo l’appennino pavese ma un po’ tutta la dorsale appenninica italiana.

“Serve una valorizzazione, una conservazione del patrimonio – spiega Lanfranchi – dall’altro però ci vorrebbe anche una sapienza politica che possa declinare non è un’idea di futuro, quindi un’idea di mettere in rete questo grande patrimonio dall’Italia, poi insomma, noi come borghi, i più belli d’Italia – conclude Lanfranchi – stiamo facendo la nostra parte, però non dimentichiamo che non sono i borghi a far la bellezza del nostro paese perché è l’Italia il borgo più bella del mondo.”

Nell’Oltrepò Pavese il turista può trovare realtà uniche, come il comune di Brallo di Pregola , 470 abitanti in 26 frazioni o case sparse, da decenni ritenuto luogo ideale anche per le vacanze sportive dei ragazzi.

“Siamo al confine con quattro regioni, non solo quattro province,- spiega il vicesindaco Giovanni Garbarini – Siamo sui 1000 metri e abbiamo il punto più alto degli appennini della nostra zona perché il Monte Lesima, che abbiamo visto nel filmato, è a 1724 metri ed è il punto più alto. Siamo anche una tappa dell’Appennino Bike Tour da un po’ di anni, il cicloturismo non è ancora sviluppato ma abbiamo dei ciclisti in zona che girano qualche pezzettino di strada dell’appennino, speriamo nel futuro. Diciamo che Brallo è sempre stato un paese di turismo già dagli anni 70/80: adesso ha calato un pochino, però passano molti ciclisti e molti motocicilisti nella nostra strada di montagna poco trafficata”.

“A Brallo – conclude il vicesindaco – si vive molto larghi e molto sereni, va bene così. Ospitiamo un turismo lento, un po’ mordi e fuggi, mentre prima avevamo un turismo stanziale, di qualche mese d’estate. Diciamo che gli ultimi due o tre anni ci sono state molte compravendite, anche di case ormai in abbandono da parte di milanesi più che altro, perché comunque siamo abbastanza un po’ un satellite di Milano, due o tre abitazioni sono state acquistate anche da stranieri. Speriamo in un futuro. Di strutture come ricettività ne avremmo bisogno, perché sono un po’ decadute, speriamo.”

Ci sono tanti modi per scoprire l’Oltrepo’ Pavese:

“A piedi, in bicicletta per esempio.- racconta Pier Maria Greppi, una guida dell’Oltrepò che ha realizzato un meraviglioso filmato che documenta bellezze naturalistiche della zona – Ci sono tantissimi percorsi disponibili nel senso fruibili in gran parte, in parte magari c’è qualche difficoltà sulla segnaletica, però diciamo in gran parte sono assolutamente fruibili da ampio target di persone persone, dalle famiglie a a quelli che vogliono fare qualcosa di più impegnativo. L’Appennino spesso è magari un po’ snobbato da quelli che vanno sulle Alpi, poi in realtà ci sono percorsi anche piuttosto duri, impegnativi e di grande soprattutto soddisfazione dal punto di vista paesaggistico, ambientale.” Ma come sviluppare questi territori, è possibile fare rete per sviluppare i piccoli comuni di questa zona?

“La possibilità ci sarebbe, ci vuole la volontà di farlo – spiega Greppi– cosa che è un po’ mancata in tanti anni, da quando mi occupo di Oltrepò, ormai da trent’anni, è sempre stato un po’ questo il tallone d’Achille, l’Oltrepò si divide in orientale, in occidentale, nell’alto Oltrepò. E tutti hanno un po’ delle particolarità, delle caratteristiche diverse: la difficoltà è mettere un po’ insieme tante teste che la pensano in maniera diversa, che hanno anche un po’ di esigenze diverse.”

Una paura di perdere qualcosa invece di acquistare qualcos’altro?” “Non hanno la consapevolezza – conclude Greppi – che mettersi insieme invece è un arricchimento piuttosto che una perdita di qualcosa sicuramente, ma noi siamo fiduciosi, speranzosi, anche con il cambio nel tempo delle generazionale nelle amministrazioni. Io vedo che ci sono molte amministrazioni, con sindaci e assessori che hanno magari trent’anni, che vedono le cose in maniera assolutamente nuova, diversa e con una prospettiva assolutamente migliore rispetto al passato.”

Rivivi la giornata di ABT Festival a Fortunago

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